Nella sessione plenaria del 17, 18 e 19 gennaio a Strasburgo, il Parlamento europeo:
- 19 gennaio: ha approvato una Risoluzione sulla risposta dell’UE alle proteste e alle esecuzioni in Iran, nella quale ha condannato con fermezza le condanne a morte e le esecuzioni di manifestanti pacifici in Iran, esprimendo solidarietà alle proteste ed esortando le autorità della Repubblica islamica a garantire la liberazione immediata e incondizionata di tutti i manifestanti condannati a morte. La Risoluzione accoglie con favore l’istituzione di Missione internazionale indipendente, incaricata dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, con la Risoluzione S35/1, del 24 novembre 2022, di accertare violazioni dei diritti umani perpetuati dal regime. Il Parlamento invita inoltre gli Stati membri a esercitare una giurisdizione universale sui funzionari iraniani ragionevolmente sospettati di violazioni dei diritti umani e a rilasciare visti a chiunque abbia un timore fondato di essere perseguitato per aver esercitato pacificamente il proprio diritto alla libertà di espressione, associazione e riunione pacifica in relazione alle manifestazioni in Iran.
Risoluzione del Parlamento sulle risposta dell’UE alle proteste e alle esecuzioni in Iran
Nella sessione plenaria del 14, 15 e 16 febbraio a Strasburgo:
- 16 febbraio: ha adottato una Risoluzione sul tema “Un anno dopo l’invasione e l’inizio della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina” nella quale, con riferimento all’accoglienza delle persone in fuga dall’Ucraina, il Parlamento ha evidenziato la solidarietà dimostrata dall’inizio del conflitto dai cittadini dell’UE, dalla società civile, dagli Stati membri e dalla stessa Unione europea, e rimarcato la necessità di una continua proroga della direttiva sulla protezione temporanea[1] per le persone in fuga dall’Ucraina. La Risoluzione ribadisce inoltre la necessità di continuare a fornire aiuti umanitari, prestando particolare attenzione agli sfollati appartenenti ai gruppi più vulnerabili, e condanna il continuo trasferimento forzato e la deportazione di minori ucraini, anche provenienti da istituti, verso la Russia e la loro adozione forzata da parte di famiglie russe, pratica che viola il diritto ucraino e internazionale.
[1] Direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell’equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell’accoglienza degli stessi (GU L 212 del 7.8.2001, pag. 12).