Parlamento Europeo – n 4.2023

Nella sessione plenaria a Strasburgo del 11, 12 e 13 luglio:

  • 11 luglio: ha adottato una Risoluzione sulla protezione dei giornalisti nel mondo e la politica dell’Unione europea. Nella risoluzione viene sottolineata l’importanza del ruolo dei giornalisti e della loro sicurezza per la democrazia. Vengono deplorate le detenzioni arbitrarie e le violenze o restrizioni cui spesso gli stessi sono sottoposti in diverse aree del mondo. La Risoluzione raccomanda a istituzioni europee e Stati membri, ciascuno nei rispettivi ambiti di competenza, di intraprendere diverse azioni tra cui: aiutare i Paesi terzi ad attuare quadri giuridici che favoriscano il pluralismo dei media e la tutela dei giornalisti; rafforzare l’impegno e il coordinamento multilaterali sulla sicurezza e l’effettiva protezione dei giornalisti, degli operatori dei media e del personale associato; combattere anche internamente all’UE l’impunità dei reati commessi contro i giornalisti; impegnarsi in attività di sensibilizzazione e sostegno proattive nei paesi terzi al fine di sostenere il lavoro e le condizioni di lavoro dei media; introdurre sanzioni mirate nell’ambito del regime globale di sanzioni dell’UE in materia di diritti umani contro individui e soggetti responsabili di violazioni dei diritti umani nei confronti di giornalisti; prestare attenzione  specifica al tema anche nel quadro della applicazione della clausola sui diritti umani prevista negli accordi bilaterali dell’Unione; garantire che nei Paesi terzi i programmi di finanziamento dell’UE siano noti e accessibili alle organizzazioni della società civile locali attive nel campo della sicurezza dei giornalisti e della libertà di espressione; valorizzare tali elementi nell’ambito dei processi di adesione all’UE di nuovi Stati membri.

Testo della Risoluzione sulla protezione dei giornalisti nel mondo e la politica dell’Unione europea al riguardo

  • 12 luglio: ha adottato unaRaccomandazione sulle relazioni con l’Autorità palestinese, con la quale esorta le istituzioni europee e gli Stati membri, ciascuno nei rispettivi campi di competenza a: ribadire il risoluto sostegno dell’UE alla soluzione fondata sulla coesistenza pacifica tra due Stati, quale unica soluzione praticabile del conflitto; chiedere la cessazione immediata degli atti di violenza tra israeliani e palestinesi; contrastare il terrorismo palestinese ed ottenere che l’Autorità palestinese recida i legami con i gruppi terroristici; condannare tutte le forme di incitamento all’odio, da ambo le parti, anche avvalendosi dell’istruzione e del ruolo dell’UNESCO; chiedere che Israele cessi di distruggere infrastrutture civili di vitale importanza e cessi lo sfruttamento delle risorse idriche e terrestri nei territori palestinesi; promuovere attraverso diverse azioni lo svolgimento di elezioni libere, eque e democratiche e l’affermazione Stato di diritto, nelle sue varie forme.

Raccomandazione sulle relazioni con l’Autorità palestinese

  • 13 luglio: ha adottato una Risoluzione sulla necessità di un intervento dell’UE nelle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo nella quale, considerando i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni sull’ingente numero di morti e dispersi, sul gran numero di persone vulnerabili, ha ribadito: l’obbligo di assistere le persone in difficoltà invitando tutti gli Stati membri a rispettare pienamente le norme del pertinente diritto internazionale e dell’Unione; ha chiesto che tutte le navi che svolgono operazioni SAR rispettino le istruzioni trasmesse; ha espresso preoccupazione per il fatto che, nonostante l’elevato numero di persone soccorse negli ultimi anni, dal 2014 è stata registrata la scomparsa di 27 633 persone nel Mediterraneo; che la Commissione dovrebbe valutare le prassi correnti degli Stati membri in materia di operazioni SAR ed avviare immediatamente i lavori per un nuovo approccio più sostenibile, affidabile e permanente a tali operazioni, sostituendo le soluzioni ad hoc esistenti, nonché fornire sostegno materiale, finanziario e operativo agli Stati membri al fine di accrescere la capacità complessiva di salvare vite in mare e coordinare le operazioni SAR (cfr. il Riquadro per una sintesi dei principali contenuti della risoluzione).

Risoluzione sulla necessità di un intervento dell’UE nelle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo

RIQUADRO

La Risoluzione:

  • invita gli Stati membri e Frontex a rafforzare le operazioni SAR proattive fornendo navi e attrezzature sufficienti specificamente dedicate alle operazioni SAR, nonché personale lungo le rotte in cui tali operazioni possono contribuire efficacemente a salvare vite umane;
  • invita gli Stati membri a sfruttare appieno tutte le navi in grado di assistere nelle operazioni SAR, comprese le navi gestite da ONG;
  • chiede alla Commissione di sostenere politicamente e finanziariamente tali iniziative;
  • ritiene che le navi delle ONG e le navi mercantili non debbano sostituirsi al debito adempimento, da parte degli Stati membri e dell’Unione, dei loro obblighi in materia di SAR;
  • chiede l’istituzione di una missione globale SAR dell’UE la cui attuazione sia affidata alle autorità competenti degli Stati membri e a Frontex;
  • ritiene che tutti gli attori del Mediterraneo dovrebbero trasmettere informazioni in modo proattivo e, se del caso, trasmettere i segnali di emergenza riguardanti persone in pericolo in mare alle autorità responsabili delle operazioni SAR e, se del caso, a tutte le navi nelle vicinanze che potrebbero intraprendere in tempi brevi operazioni SAR e portare tali persone in un porto di sbarco sicuro;
  • incoraggia gli Stati membri a tenere debitamente conto degli orientamenti della Commissione sull’attuazione delle norme dell’UE relative alla definizione e alla prevenzione del favoreggiamento dell’ingresso illegale, al fine di consentire a tutti gli attori in ambito SAR di svolgere il loro lavoro;
  • invita inoltre gli Stati membri a mantenere i loro porti sicuri più vicini aperti alle navi delle ONG e a non criminalizzare coloro che forniscono assistenza ai migranti in difficoltà;
  • invita la Commissione a rafforzare il suo ruolo di coordinamento in seno al gruppo di contatto in materia di SAR, convocando riunioni più regolari e associando tutti gli attori coinvolti in operazioni SAR, comprese le ONG e gli armatori, così da sviluppare maggiori sinergie e pratiche comuni per garantire una risposta rapida in caso di incidenti in mare;
  • sollecita la Commissione a riferire regolarmente al Parlamento in merito alle attività del gruppo di contatto in materia di SAR;
  • invita Frontex ad accrescere in misura significativa le informazioni disponibili circa le sue attività operative in materia di SAR e a rendere pubbliche informazioni precise e complete sulle sue attività, pur riconoscendo il suo obbligo giuridico di non rivelare informazioni operative che “comprometterebbero il conseguimento dell’obiettivo delle operazioni”;
  • invita Frontex ad adempiere i propri obblighi specifici a norma del regolamento sulla guardia di frontiera e costiera europea, tra cui la comunicazione periodica di informazioni dettagliate ai deputati al Parlamento europeo ai quali deve rendere conto;
  • sottolinea in particolare la necessità di informazioni più dettagliate a seguito delle operazioni;
  • invita la Commissione a valutare se le azioni adottate da alcuni Stati membri conformemente al loro diritto nazionale per impedire alle imbarcazioni di soccorso di entrare nelle loro acque territoriali senza un’autorizzazione preventiva siano in linea con il diritto internazionale e dell’UE e con l’articolo 18 della Carta, letti alla luce della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e della Convenzione di Ginevra, nonché ad adottare misure adeguate qualora dalla sua valutazione emerga che le azioni degli Stati membri non siano conformi al diritto dell’Unione;
  • ribadisce che gli Stati membri dell’UE dovrebbero garantire indagini tempestive e indipendenti su tutti i naufragi, ricorrendo alle competenze di organismi specializzati per i diritti umani in tali indagini; sottolinea che, nelle sue indagini sui naufragi, l’UE dovrebbe trovare il modo di applicare i principi di trasparenza e rendicontabilità previsti dalle norme dell’Unione;
  • invita la Commissione e gli invita la Commissione a condividere informazioni e dati completi sul livello di sostegno offerto mediante finanziamenti dell’UE e degli Stati membri alle guardie di frontiera e costiere di paesi terzi, compresi la Libia, la Turchia, l’Egitto, la Tunisia e il Marocco, non solo attraverso trasferimenti diretti ma anche sotto forma di assistenza materiale, tecnica e nell’ambito della formazione, anche nel quadro delle attività delle agenzie dell’UE;
  • invita gli Stati membri a valutare le accuse di gravi violazioni dei diritti fondamentali da parte della guardia costiera libica e a porre fine alla cooperazione nel caso di gravi violazioni dei diritti fondamentali subite dalle persone intercettate in mare;
  • invita la Commissione, gli Stati membri e Frontex a garantire che gli sbarchi avvengano soltanto in un luogo sicuro, ai sensi del pertinente diritto internazionale e dell’Unione, e ad assicurare che il porto in questione sia il porto sicuro più vicino disponibile per lo sbarco;
  • ricorda a tutti gli attori che devono astenersi dall’impartire ai comandanti delle navi istruzioni che, direttamente o indirettamente, potrebbero comportare inutili ritardi nello sbarco in condizioni di sicurezza delle persone soccorse o lo sbarco delle persone soccorse in un luogo non sicuro;
  • ribadisce che la creazione di percorsi sicuri e legali è il modo migliore per evitare la perdita di vite umane ed esorta gli Stati membri a intensificare le misure di reinsediamento e, ove necessario, a creare corridoi umanitari verso l’Unione europea;
  • ricorda che la gestione europea integrata delle frontiere dovrebbe essere attuata come una responsabilità condivisa di Frontex e delle autorità nazionali responsabili della gestione delle frontiere, comprese le guardie costiere nella misura in cui svolgono operazioni di sorveglianza delle frontiere marittime e qualsiasi altro compito di controllo di frontiera;
  • condanna fermamente i trafficanti di esseri umani che sfruttano le persone vulnerabili e mettono in pericolo vite umane in mare e chiede di intensificare gli sforzi per smantellare le loro reti criminali, perseguire i responsabili e contrastare le loro attività illecite;
  • ricorda che i cittadini dei paesi terzi devono essere informati in una fase precoce, attraverso i media e gli istituti di istruzione, del fatto che la rotta del Mediterraneo è mortale e pericolosa; chiede a tal fine una cooperazione con tali paesi terzi;
  • ricorda la posizione già espressa dal Parlamento secondo cui una risposta permanente, solida ed efficace dell’Unione nelle operazioni SAR in mare è fondamentale per evitare un aumento del numero di vittime di migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo;
  • è dell’opinione che la corretta attuazione degli obblighi previsti dal diritto internazionale in materia di SAR richieda un approccio più proattivo e coordinato alle operazioni SAR da parte dell’Unione e dei suoi Stati membri; resta convinto che Frontex, in stretta cooperazione con gli Stati membri, dovrebbe svolgere un ruolo chiave nel garantire una risposta più proattiva da parte dell’Unione in materia di SAR;
  • ritiene che, in linea con le raccomandazioni dell’Agenzia per i diritti fondamentali, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero, come primo passo, convenire di procedere a scambi di protocolli in materia di SAR e sviluppare migliori pratiche per consentire agli Stati membri di adeguare i loro protocolli in materia di SAR; è inoltre dell’opinione che la Commissione dovrebbe altresì prendere in considerazione la possibilità di associare i finanziamenti dell’UE per la gestione delle frontiere marittime all’uso di protocolli che garantiscano un’assistenza tempestiva alle persone in pericolo in mare;
  • invita la Commissione a presentare proposte volte a subordinare i finanziamenti destinati ai paesi terzi alla cooperazione nella gestione dei flussi migratori e nella lotta contro i trafficanti di esseri umani e di migranti;
  • incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, agli Stati membri e ai loro parlamenti nazionali, a Frontex, all’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo, a Europol, all’Agenzia per i diritti fondamentali, all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, all’Organizzazione internazionale per le migrazioni e alle ONG che svolgono attività di ricerca e soccorso.